Prevenzione del Burn-Out e promozione del benessere

Da 20 anni lavoro in strutture sanitarie di eccellenza a contatto con le persone in una fase particolarmente difficile della loro vita.

Lavorare in ambito sanitario, a maggior ragione oncologico e palliativo, significa operare in un contesto fortemente emozionale in cui gli operatori devono imparare a fronteggiare non solo le emozioni dei “pazienti” e dei loro familiari, ma anche, soprattutto, le proprie, inevitabilmente innescate dal contatto quotidiano con la sofferenza altrui, ai propri sentimenti di impotenza e sconfitta di fronte agli insuccessi terapeutici, alla propria angoscia di morte.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce il burnout come un fattore che influenza lo stato di salute o il ricorso ad assistenza sanitaria. Pur non essendo una malattia, l’OMS lo classifica fra le ragioni che spingono le persone – in particolare i lavoratori- a rivolgersi ai servizi sanitari e include tale sindrome nell’11esima revisione dell’International Classification of Diseases (ICD-11) come un fenomeno occupazionale (stress da lavoro). Si può essere affetti da burnout (letteralmente «esaurimento», «crollo») di fronte a sintomi come mancanza di energia o spossamento, aumento dell’isolamento dal lavoro o sensazioni di negatività e cinicismo legati al lavoro, diminuzione dell’efficacia professionale.

Occorre quindi pensare al burn-out come l’epilogo di complesse vicende personali e lavorative, rispetto sia alla struttura organizzativa sia alla specificità della professione svolta. Vanno, pertanto, considerate le componenti oggettive, gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno, quelle soggettive, ossia la valutazione cognitiva e l’interpretazione individuale di tali stimoli.

La letteratura scientifica documenta due realtà riguardanti l’équipe multidisciplinare: da un lato l’esistenza di una sindrome del burn-out che riduce la capacità degli operatori sanitari, così come di tutti coloro che svolgono professioni in cui la relazione d’aiuto è lo strumento fondamentale, dall’altro l’utilità di interventi di supporto nel tentativo di prevenire o contrastare tali dinamiche distruttive.

Si possono individuare tre fattori specifici del burn-out in oncologia:

  • fattori correlati alla specificità della malattia: elevata incurabilità, elevata ineluttabilità, elevata imprevedibilità di insorgenza, del decorso, della risposta ai trattamenti, estrema diffusione, frequente deterioramento fisico e alterazioni della personalità;
  • fattori correlati agli interventi degli operatori oncologici: natura dei trattamenti, particolarità del ruolo e della relazione con il paziente, difficoltà connesse al rispetto della specificità professionale, difficoltà connesse all’integrazione dei compiti in équipe multidisciplinare;
  • fattori correlati alle risposte del paziente: reazioni del paziente verso la malattia, marcata e continua dipendenza del paziente dagli operatori, adattamento agli scarsi risultati della terapia, reazioni di ingiustizia per le sofferenze umane.

Maslach e Leiter, a tal proposito, hanno previsto due livelli d’azione all’interno dei programmi di formazione e prevenzione del burn-out: la struttura organizzativa e l’operatore, su cui intervenire in parallelo, attraverso l’integrazione degli interventi.
In tale ottica non si parla più solo di prevenzione del disagio, ma di promozione del benessere, prospettando il superamento della routine per proiettarsi in un’atmosfera in cui possano essere garantite al singolo professionista tutte quelle condizioni che lo sostengono e lo portano a fare nuove scoperte gratificanti sul versante professionale: la formulazione di obiettivi chiari e ben definiti, la piena autonomia personale, la supervisione continua del lavoro svolto, la verifica dei risultati raggiunti, la riformulazione periodica degli obiettivi.

L’aiuto che posso offrire io, dopo un’attenta analisi del contesto lavorativo è un percorso di prevenzione/uscita dal burn-out e di promozione del benessere inseribile all’interno dei Programmi Qualità delle Istituzioni.